Questo video nasce da una mia necessità e anche da una mia difficoltà come insegnante.
Lo scorso anno, in un momento di esagerato ottimismo, decisi di affrontare l'argomento del Rinascimento a partire da un documentario di Alberto Angela, LA CAPPELLA SISTINA E I SUOI SEGRETI, stagione 2013/14.
Si tratta di un video lungo per dei ragazzi di seconda media, ma ero convinta che, spezzandolo in varie parti (quattro parti di mezz'ora circa) e fermandolo spesso per chiarire loro dei punti e rispondere alle loro domande, la cosa avrebbe funzionato.
Mi aspettavo più attenzione rispetto ad una normale lezione frontale, più entusiasmo, una maggiore memorizzazione dei contenuti visivi.
Il risultato fu invece sconfortante. Dopo un mese, la verifica andò malissimo, dovetti fargliela rifare. Il secondo tentativo andò solo leggermente meglio rispetto al primo. Questo non in una, ma in tre classi di seconda media, si parla quindi di circa 60 ragazzi.
Cos'era successo?
Quando un sistema didattico sul quale puntavi e nel quale riponevi tanta fiducia fallisce, l'unica cosa sensata da fare è raccogliere i cocci del tuo orgoglio e analizzare quanto è successo, in modo da non ricadere nello stesso errore.
Negli ultimi mesi mi sono resa conto che le lezioni in video non aiutano affatto i ragazzi, anzi, li mettono in crisi. Saranno anche dei nativi digitali, abituati alle immagini in movimento, ma avete mai sbirciato i video su Youtube per cui vanno matti?
Sono molto semplici, brevi e banali, e loro li riguardano in continuazione.
L'amore per la reiterazione è tipica della stagione dell'infanzia. I bambini amano riascoltare all'infinito le stesse fiabe o riguardare gli stessi cartoni animati anche quando sono in grado di ripetere ogni battuta a memoria. Non è strano. Io e i miei fratelli lo facevamo con le fiabe sui dischi a 45 giri, e ancora ridiamo insieme quando ricordiamo Biancaneve che era rotto e saltava al conteggio dei nani: "Uno, due, tre, quat-tre, quat-tre, quat-tre...."
Insomma, una trasmissione di Alberto Angela, pur se di eccellente qualità (adoro Alberto Angela, sia chiaro, e i suoi documentari sono magnifici, splendidi, perfetti) è troppo complessa per un ragazzino di 12 anni.
Troppo lunga (anche se spezzettata in parti di mezz'ora), troppo ricca (immagini complesse e linguaggio complesso, nonostante la chiarezza con cui vengono esposti gli argomenti), troppo densa (nonostante il ritmo sia cadenzato e studiato da professionisti ai quali non sarei degna di lustrare le scarpe).
Aggiungiamo che: a questa età non sanno prendere appunti, che si distraggono per ogni minima stupidaggine, che hanno un vocabolario davvero limitatissimo e questo complica ulteriormente le cose.
Un mio allievo, dopo aver riguardato il documentario anche a casa con i genitori, mi confidò candidamente che era riuscito a capire molte più cose perché a scuola guardava quello che facevano i compagni, anziché il video...
Così, per affrontare il complesso argomento del Rinascimento, quest'anno ho creato un video ad hoc.
Dura 10 minuti e riguarda una sola opera di Michelangelo, la Volta della Cappella Sistina.
Lo userò per "rompere il ghiaccio", mentre il resto delle lezioni saranno un mix tra lezioni tradizionali, schemi, mappe concettuali.
In questi anni, infatti, ho imparato una cosa sola: se voglio che la maggioranza della classe mi segua, devo porgere i contenuti nel maggior numero di maniere possibili, perché quello che accende l'interesse ad un mio alunno, può lasciare l'altro completamente indifferente.
Nativi digitali o no, il cervello di molti apprende meglio con i sistemi tradizionali, leggendo in classe, ripetendo a casa, copiando gli appunti alla lavagna. Altri no.
Ma in fin dei conti è sempre stato così... non siamo tutti uguali, siamo uno, due, tre, quat-tre... quat-tre... quat-tre...
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